Author: pierluigimastroserio

AL VIA IL BANDO DEL SERVIZIO CIVILE UNIVERSALE

Il 21 dicembre 2020 il Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile universale ha emanato un Bando nazionale volontari per la selezione di giovani da impiegare in progetti di servizio civile.
Per la Caritas diocesana di Cerignola-Ascoli Satriano è possibile presentare domanda per il progetto denominato “Reti educative per l’inclusione-Cerignola”, per un totale di 9 posti, 3 per ogni ognuna delle seguenti parrocchie: San Francesco d’Assisi e San Domenico per la città di Cerignola, SS. Crocifisso per la città di Orta Nova. La scadenza per le domande da parte dei giovani è fissata al 15 febbraio 2021 alle ore 14.00.

La Chiesa a Stornara fra età moderna ed età contemporanea Il nuovo volume di mons. Antonio Mottola

Si intitola “Memoria storica di una Chiesa in cammino… Cronotassi dei Papi, dei Vescovi di Ascoli Satriano e Cerignola e dei Parroci di Stornara 1775-2020” l’ultimo lavoro editoriale di mons. Antonio Mottola, vicario generale della diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano e parroco della chiesa di San Rocco a Stornara, che sarà presentato nella cittadina foggiana il prossimo 28 gennaio 2021.

Nel pieno rispetto delle norme antiCovid-19, con inizio alle ore 19, dopo l’introduzione a cura di don Antonio Miele, viceparroco della chiesa di San Rocco, interverranno il prof. Angelo Giuseppe Dibisceglia, docente di Storia della Chiesa nell’Università Pontificia Salesiana (Roma) e nella Facoltà Teologica Pugliese (Bari), e Sua Ecc. Mons. Luigi Renna, vescovo della diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano. Non mancherà lo spazio interattivo con l’Autore. L’iniziativa sarà trasmessa in diretta sulla pagina Facebook “SanRocco Stornara (Parrocchia San Rocco)”.

Con la “Prefazione” del vescovo Renna, il volume, con i suoi cinque capitoli e la ricca Appendice documentale, descrive ed analizza il rapporto svolto dalla Chiesa nella società locale, ripercorrendo tappe, figure e ruoli che, fra età moderna ed età contemporanea, hanno caratterizzato la storia ecclesiale di uno degli antichi cinque Reali Siti di Capitanata. A partire, infatti, dall’antica presenza della Compagnia di Gesù, lo studio di mons. Mottola evidenzia lo sviluppo di una cittadina che, attraverso il contributo di vescovi e presbiteri, ha navigato in alcune delle vicende che hanno caratterizzato il Mezzogiorno d’Italia dalla seconda metà del Settecento fino ad oggi: dall’accorpamento alla Diocesi di Ascoli Satriano all’erezione dell’unica Chiesa di Cerignola-Ascoli Satriano, dall’Unità d’Italia al Concilio Vaticano II, passando per le tragiche conseguenze di due conflitti mondiali e le complicate fasi della ripresa della vita democratica e del confronto con l’anticlericalismo del secondo dopoguerra, fino ai giorni della pandemia: “Il volume – afferma don Antonio – è nato per due motivi: il primo è dettato dall’attuale ristrutturazione, restauro e adeguamento liturgico della chiesa negli anni 2019-2020 e il secondo è una risposta a un’esplicita richiesta dei fedeli che desiderano una memoria viva della storia della propria comunità cristiana”.

È tornato alla casa del Padre, il diacono Giovanni Cucchiarale, vittima, nelle ultime settimane, del Covid-19

Il Vescovo, Sua Ecc. Mons. Luigi Renna, i presbiteri, i religiosi e le religiose, i fedeli della Chiesa che è in Cerignola-Ascoli Satriano, esprimono il proprio dolore per la sua dipartita.
Persona amabile e sempre disponibile al servizio della Chiesa Diocesana, il diac. Giovanni era segretario dell’Ufficio Catechistico Diocesano e collaboratore presso la Parrocchia di San Trifone in Cerignola.
Ringraziamo il Padre, per mezzo di Gesù, per averci fatto dono delle sua presenza e preghiamo affinchè sia accolto nel Suo Amore.
Don Giovanni, fratello nostro, riposa in pace.

Come trovare lavoro. Dal CV al colloquio

In questa serie di incontri con imprenditori e professionisti scopriremo come trovare lavoro: dalla scrittura di un buon CV alla preparazione di un colloquio.  Piattaforme di scrittura CV, bacheche per la ricerca degli annunci, tecniche di preparazione al colloquio. Ne parliamo live dalla pagina Facebook Progetto Policoro Diocesi Cerignola – Ascoli Satriano con Andrea Lotito, progettista e formatore. Un focus utile a tutti quei giovani che vogliono mettersi in gioco e trovare un lavoro.
Conduce Fabio D’Imperio, Animatore di comunità Progetto Policoro Cerignola – Ascoli Satriano.

Alla scuola di papa Francesco per “La cultura della cura come percorso di pace”

Anche se le disposizioni per fronteggiare la diffusione del virus, quest’anno, non permettono lo svolgimento della tradizionale Marcia per la Pace, fissata come da consuetudine nel terzo sabato di gennaio, non mancherà, nel pieno rispetto delle norme anti Covid, una serata di preghiera e di riflessione dedicata al bene comune.

Si terrà sabato, 16 gennaio 2021, con inizio alle ore 20, nella Basilica Cattedrale di San Pietro Apostolo a Cerignola, l’incontro sul tema “La cultura della cura come percorso di pace”, durante il quale saranno approfondite alcune delle tematiche offerte da papa Francesco lo scorso 1° gennaio con il Messaggio per la 54ª Giornata Mondiale della Pace: “Ogni aspetto della vita sociale, politica ed economica – scrive papa Bergoglio – trova il suo compimento quando si pone al servizio del bene comune, ossia dell’‘insieme di quelle condizioni della vita sociale che permettono sia alle collettività sia ai singoli membri, di raggiungere la propria perfezione più pienamente e più celermente’. Pertanto, i nostri piani e sforzi devono sempre tenere conto degli effetti sull’intera famiglia umana, ponderando le conseguenze per il momento presente e per le generazioni future”.

La preghiera, guidata dal vescovo Luigi Renna, anticiperà la testimonianza di don Raffaele Sarno, direttore della Caritas dell’Arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie-Nazareth e cappellano del Carcere di Trani. In un momento segnato dalla diffusione della pandemia, l’incontro – organizzato dalla Diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano, dall’Ufficio Diocesano per la Pastorale Sociale, dalla Caritas Diocesana, dall’Azione Cattolica Diocesana, dal Servizio Diocesano per la Pastorale Giovanile, dal Fondazione Migrantes e dalla Consulta Diocesana delle Aggregazioni Laicali – costituirà una preziosa occasione per fare propri alcuni degli indirizzi offerti dal più recente magistero pontificio sul tema del bene comune: “Quanto ciò sia vero e attuale – continua papa Francesco – ce lo mostra la pandemia del Covid-19, davanti alla quale ‘ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme’, perché ‘nessuno si salva da solo’ e nessuno Stato nazionale isolato può assicurare il bene comune della propria popolazione”.

 

Riflessione nel V anniversario di consacrazione episcopale – 4 gennaio 2021

Carissimi fratelli e sorelle,
carissimi presbiteri e diaconi, religiose e religiosi,

per oggi era prevista la Celebrazione eucaristica che ci avrebbe riuniti in Cattedrale alle ore 19, ma l’attesa del tampone Covid, a cui dovrò sottopormi in misura precauzionale, e del relativo esito, ci costringe ad annullare questo appuntamento comunitario. Voglio rendermi, però, presente con questo scritto, che non definisco omelia, ma riflessione.

Ringrazio anzitutto don Antonio, il nostro Vicario generale, per aver pensato a questo momento comunitario e per averlo legato ad un dono da fare ad una struttura per anziani che sta a cuore all’intera Diocesi, la Casa di Riposo “Manfredi-Solimine” di Cerignola, uno dei primi luoghi che visitai al mio ingresso il 16 gennaio 2016. Ringrazio quanti di voi hanno offerto un dono per le necessità di questo luogo che accoglie alcuni nostri anziani, come anche chi ha voluto – con altre forme di carità – “festeggiare” con me questo quinto anniversario: credo che la condivisione sia la “lapide” più bella che rimane per celebrare certe ricorrenze. Essa non teme l’usura del tempo perché scritta nel Cuore di Dio. Grazie!

A cinque anni della mia ordinazione episcopale, mi lascio guidare dal ritmo della liturgia della Messa, scandito dall’Atto penitenziale, dall’ascolto della Parola, dalla Liturgia Eucaristica, dal mandato finale.

Anzitutto l’Atto penitenziale. Sento, col passare degli anni, che questo atto esprime la verità della nostra condizione umana, della Misericordia di Dio e della misericordia cristiana. Chiedo, perciò, perdono al Signore e a voi per le mie povertà e per le sofferenze che, senza volere, ho causato in qualcuno o in molti. Sento quanto siano vere le parole che Gesù ci ha insegnato: “Rimetti a noi i nostri debiti, come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori”. Se cinque anni fa avete accolto una persona che non conoscevate nei suoi limiti, oggi accogliete un fratello chiamato a servirvi con la sua povertà. E così mi sforzerò di fare anche io con voi.

L’ascolto della Parola, in questa giornata del Tempo di Natale, ci riporta ad un testo evangelico (Gv 1,35-42) che parla di vocazione: quante volte l’ho meditato fin da ragazzo e poi l’ho commentato a mia volta. Oggi la Parola “legge” me e voi. È l’incontro dei primi discepoli con Gesù, così decisivo al punto che Giovanni ricorda l’ora in cui, molto probabilmente, anche lui, insieme ad Andrea, rimase con il Signore: le quattro del pomeriggio. Questo brano ci dice che, nella nostra vita, ciò che è decisivo è proprio l’incontro con Cristo Gesù, dove c’è qualcuno che ci indica la sua presenza (Giovanni Battista che lo “addita” come l’Agnello di Dio); qualcun altro che lo incontra con noi (Andrea, che è insieme al discepolo); qualcuno a cui noi annunciamo Cristo e a cui Lo accompagniamo (Andrea che presenta Gesù a suo fratello Simon Pietro). La vita della comunità cristiana è questo intreccio di relazioni, nelle quali c’è sempre il Signore al centro: questo fa la differenza del motivo per cui ci chiamiamo “comunità”, di Chi conosciamo, di Chi annunziamo. Credo che il nostro cammino sarà vitale nella misura in cui, nelle nostre relazioni, Cristo torni sempre al centro. A volte questo ci sfugge, e allora… succedono guai perché noi, per quanto bravi, non siamo capaci di amare come Lui, di incontrarci in Lui, di accompagnare a Lui. E, allora, specchiamoci in questo brano per rimanere alla scuola del Vangelo, in ogni ambito della nostra vita cristiana. Senza ostentazione, ma nella verità, come ci ricorda sant’Ignazio di Antiochia: “È meglio essere cristiano senza dirlo, che proclamarlo senza esserlo”.
Mi colpisce, in questo brano, il riferimento a Simone, al quale Gesù dà il nome di Pietro, nome che rimane nella Chiesa e che ha un senso anche per noi, dopo duemila anni. Penso al suo Successore, la cui firma così minuta sottoscrive la mia bolla di nomina: “Francesco”. Ricordo le parole di rito dell’arcivescovo Francesco Cacucci all’inizio della celebrazione di consacrazione: “Avete il mandato del Papa?”. Sono venuto a voi perché chiamato ed inviato, e il legame che il Signore ha voluto stabilire tra Simone, figlio di Giovanni, e gli altri apostoli e la Chiesa intera è in quel nome: Cefa. Mi sento continuamente “pro-vocato” (nel senso di “chiamato per”) dalle sue parole, dal suo stile di prossimità e di povertà, dai suoi criteri di discernimento, che sembrano “sbaragliare” la vita della Chiesa, ma che invece la riportano alla sua identità, e chiedono anche a me e a voi di lasciarci “confermare” dal suo ministero nella nostra vita diocesana. Nel brano della risurrezione narrato dall’evangelista Giovanni, al capitolo 20, si legge che “Correvano insieme tutti e due (al sepolcro), ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo” (Gv 20,4). Oggi mi sembra che Pietro corra più di noi sulla strada del Vangelo e ci indichi uno stile in cui la Chiesa, riformandosi, sarà più credibile nelle scelte di sinodalità, di povertà, di una solida spiritualità. Sento che, in questi cinque anni, il Successore di Pietro ha guidato me e voi verso scelte non scontate. Credo che il suo magistero abbia ancora molto da dirci riguardo alla cura della fraternità, dei giovani, della famiglia, della casa comune del creato.

E veniamo alla Liturgia Eucaristica. Alcuni anni fa, il mio predecessore, il vescovo Giovan Battista Pichierri, con il nostro mons. Antonio Silba, curò un testo che faceva memoria dei presbiteri della Diocesi, intitolato “Un prefazio da cantare”. Oggi, in questo prefazio, ci metto tutti i vostri volti con le storie abitate da Dio: laici e laiche, presbiteri e diaconi, religiose e religiosi. Sento che ognuno di voi è un interprete importante di ogni singola nota nello spartito della storia della salvezza che attraversa questa nostra terra. Nel prefazio ci metto anche tutti gli avvenimenti di questi anni, quelli belli e gioiosi ma anche quelli che sono stati carichi di fatica e di sofferenza. Anche le ultime note della pandemia sono state contrassegnate da fede, da carità, da speranza più vere, proprio perché più messe alla prova. Non cantiamo forse in un Prefazio: “Ogni giorno del nostro pellegrinaggio sulla terra è un dono sempre nuovo del tuo amore per noi, e un pegno della vita immortale”? (Prefazio delle Domeniche del Tempo Ordinario IV). Davvero ringrazio il Signore per tutto, proprio per tutto, nello spirito di quel “Tutto è grazia” pronunciato la sera del 2 gennaio 2016. Allo stesso tempo chiedo che lo Spirito Santo ci “trasformi in offerta gradita” a Lui, nell’unica forma possibile per essere a Lui graditi: quella della comunione. Senza ostentazione, ma facendo sì che “mens concordet voci”!

Infine, c’è il mandato finale: “Andate in pace!”, perché possiamo vivere la liturgia della vita dopo la Liturgia dei Divini Misteri, come affermano i fratelli ortodossi. Ogni anno, per l’odierna occasione, commento il passaggio di un testo che non abbandono da trent’anni, gli “Esercizi spirituali” di sant’Ignazio di Loyola. Lo scorso anno mi soffermai sull’inizio della Seconda Settimana, dove l’Autore presenta la meditazione dei Due Vessilli, quella in cui Cristo chiama a raccolta i suoi discepoli sotto la “Sua bandiera” e Satana i suoi demoni: è un passaggio molto importante del cammino degli “Esercizi” perché invita a meditare sulla scelta di vita che, prima o poi, siamo chiamati a fare, e sulle scelte che continuamente siamo chiamati a confermare. Nella propria esistenza non si è “neutrali”, o meglio si può esserlo, restando però come gli ignavi, che Dante nella “Divina Commedia” pone fuori dall’Inferno, definendoli coloro “che vissero sanza infamia e sanza lodo” (vissero senza infamia e senza meriti), “spiacenti a Dio e a’ nemici suoi” (che dispiacevano sia a Dio che ai demoni). Nella vita occorre scegliere e sapere Chi si sceglie. Un amico mi faceva notare la modalità con cui negli “Esercizi” sant’Ignazio descrive come Gesù chiama i discepoli e come li chiama Satana. Costui coinvolge i demoni e li disloca ovunque, incitandoli a gettare reti e catene per tentare gli uomini su ricchezze, onori e superbia, fonte di tutti i vizi. Il Signore Gesù, invece, invita non i suoi angeli, ma gli uomini, e fa un discorso a “tutti i suoi servi ed amici a tale lavoro (la missione), raccomandando loro di aiutare tutti col portarli, prima a una somma povertà spirituale”. Gesù ci considera amici, si fida di noi – a differenza di Satana, che è infido – non ci tratta come schiavi – a differenza del Maligno che lancia catene e lacci, segni di prigionia – si affida alla nostra responsabilità: come vorrei che ciascuno nella nostra Chiesa avvertisse che Gesù non ci considera servi bensì amici (cf Gv 15,15), sentendosi chiamato non a “vivacchiare” ma a scegliere. Il Cristo raccomanda poi di “aiutare tutti”: non ci sono distinzioni tra degni ed indegni, ma tutti sono destinatari della nostra missione ecclesiale (anche se occorre vigilare molto per farsi mai “usare” da nessuno!). Ma cosa dobbiamo fare? Sant’Ignazio indica la prima delle beatitudini, che sta come la parte che richiama la totalità: portarli ad una povertà spirituale, a quella prima condizione che apre il Discorso della Montagna: “Beati i poveri in spirito” (Mt 5,3). Siamo chiamati a far sì che nel mondo si diffonda lo spirito delle beatitudini, la legge nuova del Regno di Dio. Ricevere il mandato – anch’io lo ricevo con voi – al termine di ogni Celebrazione eucaristica, guardando al nostro futuro, significa per noi continuare a sentirci collaboratori di Dio, per annunciare e incarnare quelle Parole così rivoluzionarie: “Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra…” (Mt 5,3-12). In questo momento storico così particolare, la nostra missione continua e la chiamata del Signore ci interpella: anche questo della pandemia è un tempo in cui la Chiesa annuncia e incarna le beatitudini.

È la nostra missione. È quello che conta nei progetti di Dio. Tutto il resto è vanità.

Vi abbraccio e prego per noi, chiedendo che Maria Santissima ci tenga per mano e non ci faccia mai smarrire la strada del Vangelo.

Vostro Luigi, vescovo

Quinto anniversario di ordinazione episcopale del vescovo Luigi Renna

«Secondo l’uso più antico, il giorno indicato per l’ordinazione episcopale è la “domenica”. Perché? Perché, come successore degli apostoli, il Vescovo viene ordinato nello stesso giorno in cui gli apostoli ricevettero lo Spirito Santo. La grazia episcopale è la continuazione del mistero della Pentecoste»: si legge così nel testo dell’omelia tenuta il 2 gennaio 2016, nel giorno di sabato, nei primi vespri della II Domenica dopo Natale, da Sua Ecc. Mons. Francesco Cacucci, arcivescovo di Bari-Bitonto – conconcelebranti Sua Ecc.za Mons. Felice di Molfetta, Amministratore Apostolico della Chiesa locale, e Sua Ecc.za Mons. Raffaele Calabro, vescovo di Andria, scomparso nel 2017 – nell’affollato Palazzetto dello Sport in Andria, durante l’ordinazione episcopale di mons. Luigi Renna, allora vescovo eletto della Diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano.

Anche il quinto anniversario di ordinazione episcopale del vescovo Renna ricorre, quest’anno, nel giorno di sabato. Le ristrettezze imposte dalla necessità di limitare la diffusione del Covid-19 hanno, però, opportunamente suggerito di spostare la messa di ringraziamento a lunedì, 4 gennaio 2021, quando – con inizio alle ore 19 – Sua Ecc. Mons. Luigi Renna presiederà, nel pieno rispetto delle norme previste per il contenimento della pandemia, la solenne concelebrazione nella Cattedrale di Cerignola.

Non fu scelta a caso la data di ordinazione episcopale dal vescovo Renna: in quel giorno, infatti, ricorre l’anniversario della scomparsa del venerabile mons. Giuseppe Di Donna (1901-1952), il vescovo che guidò la Chiesa di Andria fra il 1940 e il 1952, del quale il vescovo Renna era stato vice-postulatore della causa di beatificazione durante gli anni di impegno pastorale nella diocesi di Andria e di guida, in qualità di Rettore, della comunità del Pontificio Seminario Regionale «Pio XI» di Molfetta.

AVVISO PUBBLICO ESPLORATIVO FINALIZZATO ALL’ESPLETAMENTO DI PROCEDURA NEGOZIATA DI LAVORI DI RESTAURO E ADEGUAMENTO FUNZIONALE DELLA BIBLIOTECA PARROCCHIALE “SAN TOMMASO D’AQUINO”

IL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO RENDE NOTO
-che la stazione appaltante PARROCCHIA CRISTO RE di Cerignola, dovendo effettuare i Lavori diRESTAURO E ADEGUAMENTO FUNZIONALE DELLA BIBLIOTECA PARROCCHIALE “SANTOMMASO D’AQUINO” pubblica avviso al fine di individuare, nel rispetto dei principi di cui all’articolo30 e 36 coma 1 del Codice dei Contratti, gli Operatori economici da invitare a successiva proceduranegoziata ai sensi e per gli effetti delle disposizioni di cui all’art. 1 comma 2 lettera b) del decreto-legge 16luglio 2020, n. 76 convertito in Legge 11 settembre 2020, n. 120 (“Decreto Semplificazioni”);
-che in caso di indagine di mercato, ai sensi del paragrafo 5.1.4. delle Linee Guida n. 4, di attuazione delD.Lgs. 18 aprile 2016, n. 50, recanti “Procedure per l’affidamento dei contratti pubblici di importo inferiorealle soglie di rilevanza comunitaria, indagini di mercato e formazione e gestione degli elenchi di operatorieconomici”, approvate dal Consiglio dell’Autorità con delibera n. 1097, del 26 ottobre 2016 e successiviaggiornamenti ( l’ultimo è avvenuto con delibera del Consiglio n. 636 del 10 luglio 2019 al decreto legge 18aprile 2019, n. 32, convertito con legge 14 giugno n. 55, limitatamente ai punti 1.5, 2.2, 2.3 e 5.2.6) ladurata della pubblicazione dell’avviso di indagine di mercato è di 15 giorni…

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