Author: pierluigimastroserio

Uni…verso Natale 2021 – UNIti verso un Natale inclusivo

Anche quest’anno, vista la situazione difficile dei bambini e degli adolescenti e il bisogno urgente di venire incontro alle famiglie, l’ Oratorio San Giovanni Bosco delle due Parrocchie della città di Carapelle – BVM del Rosario e S. Giuseppe Sposo BVM del Rosario dell’Unità Pastorale “S. Francesco da Paola”, in collaborazione con il Circolo ANSPI “San Potito”, l’Azione Cattolica italiana (ACR) e RnS , con il Patrocinio del Comune di Carapelle, intendono offrire un programma di attività ludico-ricreative, dal titolo UNI.VERSO natale – in continuità con il progetto UNIti verso un’ESTATE inclusiva del periodo estivo di luglio- agosto 2021, in cui gli stessi servizi educativi e scuole prevedono una fase di chiusura per le ferie natalizie.

Il progetto delle attività offerte predilige il riferimento ad attività ludiche che consentano di utilizzare il tempo della giornata in modo disteso e piacevole.

Il progetto che andiamo a presentare è elaborato dagli enti proponenti ricomprendendo la relativa assunzione di responsabilità, condivisa con le famiglie, nei confronti dei bambini e degli adolescenti accolti, soprattutto in considerazione del particolare momento di emergenza sanitaria in corso.

Omelia nella solennità del Natale del Signore – Messa della notte

Il Segno piccolo e grande che ci mette in cammino

 

Il buio di questa notte e di ogni notte dell’umanità viene illuminato da una luce che raggiunge un popolo che cammina al buio, dice il profeta Isaia (cf 9, 1): come non vedere in queste parole la condizione dell’umanità intera che tante volte brancola nell’oscurità di ogni tipo? Il buio non fa intravedere l’orizzonte e la direzione dove andare: anche a noi sembra tante volte che, a problemi più grandi di noi, non ci siano soluzioni e non si intravedano vie d’uscita. C’è la pandemia che incalza ancora, ci sono le guerre e la crisi ambientale che metteno in fuga popolazioni intere, ci sono le povertà di tanta fascia di popolazione e i ghetti degli immigrati ai margini delle nostre città. Il Signore non vuole che l’umanità si abitui al buio, ma fa intravedere in ogni tempo la Sua Luce.

Il volto del nostro prossimo, a causa delle tenebre dell’odio e del sospetto, assume i tratti del nemico e dell’avversario; ma questa non è la verità sull’altro, bensì è un’illusione del buio, che deforma la nostra umanità e non ci fa intravedere l’immagine e la somiglianza con il Creatore che è impressa nell’identità di ogni essere umano. Papa Francesco ci ha ricordato che “In questo scontro di interessi che ci pone tutti contro tutti, dove vincere viene ad essere sinonimo di distruggere, com’è possibile alzare la testa per riconoscere il vicino o mettersi accanto a chi è caduto lungo la strada? Un progetto con grandi obiettivi per lo sviluppo di tutta l’umanità oggi suona come un delirio. Aumentano le distanze tra noi, e il cammino duro e lento verso un mondo unito e più giusto subisce un nuovo e drastico arretramento” (Francesco, Fratelli tutti, 16).

“Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce” (Is 9,1): è quella che appare all’orizzonte nella Notte Santa, la Luce vera, Colui che ha detto di sé: “Io sono la luce del mondo” (Gv 8,12). Questa luminosità non abbaglia, ma si leva dolce e dorata come l’aurora dentro le colline e gli orizzonti delle nostre pianure perché ha i caratteri della tenerezza e della piccolezza. Ai primi ad essere invitati a svegliarsi nella Notte, i pastori delle campagne di Bethlem, è indicato un segno davvero molto piccolo: un Bambino avvolto in fasce e deposto in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’albergo (cf Lc 2,7.12). Come tutti i segni che Dio dona, quello di Bethlem ci sorprende per la sua dimensione; ma è proprio di Dio agire così, come afferma una espressione della tradizione gesuitica: “Non essere costretto da ciò che è più grande e tuttavia essere contenuto in ciò che è più piccolo, questo è divino” (non coerceri a maximo, contineri tamen a minimo divinum est).

Davanti a questo prodigio del Grande “contenuto” nel piccolo, Sant’ Agostino, uomo che ha scoperto Dio dopo aver cercato a lungo il segreto della vita, esclama: “Il Creatore è nato da Maria; il figlio di David è il Signore di David; discende da Abramo colui che era prima di Abramo; l’autore della terra è formato sulla terra; il Creatore del cielo è creato sotto il cielo”. Come non fare nostra questa meraviglia? Il Segno del Bambino nella mangiatoia è umile, ma ha delle grandi risposte per l’umanità. Sono le risposte che ci svelano i grandi misteri che interpellano il nostro cuore e ci mettono in cammino, tutti insieme. È un segno che ci indica quale è la strada e come percorrerla.

Il Bambino è avvolto in fasce ed è deposto in una mangiatoia perché non c’era posto per loro nell’albergo (cf Lc 2,7). In quel “per loro” c’è quasi una sottolineatura che parla di discriminazione: per altri c’era un giaciglio, per Maria e Giuseppe invece no. Può essere questo piccolo Segno una grande luce? Pare proprio di sì, e continua ad essere il lieto annuncio di duemila anni.

Il Bambino avvolto in fasce è Dio che si fa creatura fragile che ha bisogno di cura e di accoglienza; la luce che illumina i buoi orizzonti della storia è in questo Dio che si è fatto uomo come ogni uomo, per insegnarci a riconoscere, accogliere, prenderci cura, a partire dalle mangiatoie, che sono il segno di ogni periferia e di ogni esclusione. Come non ricordare questa sera le mangiatoie dei nostri ghetti e i lettini andati in fiamme con quelle tenere creature che riposavano su di essi, all’accampamento vicino a Stornara? Le fasce, il luogo della nascita, la mangiatoia: la luce, che illumina i popoli, si irradia da lì dove Dio si è voluto manifestare e disarma i nostri progetti, le nostre impalcature ideologiche, le divisioni che erigiamo nei cuori, l’inequità che costruiamo con una economia che crea diseguaglianza, la corruzione e con il malaffare che generano povertà che si perpetuano a volte per generazioni, perché impediscono proprio ai più piccoli di crescere.

Questa notte alcuni godono della loro iniqua ricchezza, rimanendo nel buio del cuore, mentre i poveri che hanno impoverito con i loro loschi affari e con lo spaccio di droga vedono tarpate le ali del loro futuro. Guardando quel piccolo e allo stesso tempo grande Segno, oggi noi ci chiediamo se lo abbiamo compreso ed accolto, se la nostra vita si sta consumando nel buio e nella ricerca di vanità grandiose, oppure si sta convertendo alla luce dell’amore, della riconciliazione, della cura dell’umanità che rifulge nella mangiatoia di Bethlem.

Il popolo che vede la Luce è un gruppo di pastori perché i grandi progetti e le strade di salvezza non sono per una élite di persone, ma sono per tutti, nessuno escluso. C’è una poesia di un autore francese che ha lottato contro il nazismo ed ha scritto molto sulla pace, che sembra incarnare questa aspirazione che nel Vangelo risplende in tutta la sua verità. Egli scrive: “Non verremo alla méta ad uno ad uno. Ma a due a due, se ci conosceremo. A due a due, noi ci conosceremo. Tutti, noi ci ameremo tutti e i figli un giorno rideranno della leggenda nera dove un uomo lacrima in solitudine” (Paul Eluard, 1895-1952).

Il popolo in cammino è costituito da tutti gli uomini, amati da Dio, che si mettono in cammino verso un futuro che assicuri dignità per tutti. È il popolo dei discepoli del Signore Gesù, che Egli invita ad andare ad annunciare il Vangelo a “due a due”, perché testimonino fraternità. È il popolo della Chiesa di ogni tempo, di cui Paolo VI ebbe a dire: “Tutto ciò ch’è umano ci riguarda. (…) Dovunque i consessi dei popoli si riuniscono per stabilire i diritti e i doveri dell’uomo, noi siamo onorati, quando ce lo consentono, di assiderci fra loro” (Paolo VI, Ecclesiam suam, 101). È il popolo dei sante e delle sante, di cui il nostro popolo è tanto devoto, che si sono sempre fatti fratelli e sorelle di tutti. La luce di Cristo fa questo miracolo: illumina il volto dell’altro e ci fa scoprire che è quello di un fratello.

Il mistero del Natale rafforzi nella Chiesa il senso del cammino sinodale, che è strada da percorre insieme alla Luce di Cristo. Rafforzi la nostra testimonianza, perché siamo chiamati a divenire artigiani di fraternità in ogni relazione, anche le più difficili, attraverso il silenzio verso chi ci offende, il dialogo con tutti, la pazienza dei costruttori di pace. Illumini ogni uomo e ogni donna, perché scopra che la Luce di quel piccolo segno fa intravedere la strada della salvezza e dia incoraggiamento a percorrerla nella fraternità, l’unico modo che è dato all’umanità per raggiungere la beatitudine che Dio prepara a tutti gli uomini, da Lui immensamente amati.

Auguri ad ogni fratello o sorella che cerca una Luce: sollevi il capo verso la mangiatoia di Bethlem. Auguri a chi si sente solo: cerchi il volto dell’altro e scoprirà che c’è. Auguri a chi si sente incamminato verso la Luce e non è solo: guardi lungo i cigli della strada se c’è qualcuno che attende la sua compagnia.

 

 

                                                                                    † Luigi Renna

                                                                  Vescovo di Cerignola- Ascoli Satriano

Il programma delle celebrazioni del vescovo Luigi Renna per il Natale con la santa messa a Casa “Bakhita”: per esprimere vicinanza

In un clima pregno di sinodalità, il Natale costituisce un’occasione preziosa per “mettersi in ascolto di persone che condividono la stessa fede, che si sentono animate dalle stesse passioni e che, se in queste virtù non trovano nessun compagno di strada, si sentono ugualmente compagni di strada di tutti perché seguire Gesù Cristo, significa non selezionare o escludere nessuno, perdonare sempre, dare un segno di pace nonostante tutto, sentire che il dolore dell’altro ti riguarda, come anche la sua gioia…”: scrive così Sua Ecc. Mons. Luigi Renna, vescovo della diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano, nel Messaggio “Andiamo fino a Betlemme: il Signore desidera incontrarci!” distribuito, per l’imminente solennità del Natale, nelle parrocchie della diocesi.

Sulla scia di tale indirizzo, questo il programma delle celebrazioni che caratterizzeranno gli impegni del Vescovo:

venerdì, 24 dicembre 2021

ore 16,30: celebrazione della Santa Messa nei locali del Centro Pastorale per la cura e lo sviluppo umano integrale della persona immigrata Casa “Santa Bakhita”, in località “Tre Titoli”, in agro di Cerignola, per esprimere vicinanza alle periferie perché non siano ghetti

ore 21: Veglia di Natale in Cattedrale (Cerignola);

sabato, 25 dicembre 2021 – Natale del Signore

ore 11,30: Solenne Pontificale in Cattedrale (Cerignola);

ore 19: Solenne Pontificale nella Concattedrale (Ascoli Satriano).

 

“Vi auguro di essere come i pastori nella Notte Santa” – continua il Vescovo nel Messaggio – affinché “tutti possiamo essere capaci di ascoltare la voce di Dio, nella sua Parola e nel suo risuonare limpido e trasparente nel profondo della nostra coscienza, dove un ricordo di fede, una Parola che ci ha affascinato, un sentimento che ci ha commosso, un cattivo ricordo che abbiamo voluto rimuovere, possono essere il varco che un annuncio di salvezza può entrare”.

Servizio Civile Universale Caritas diocesana Cerignola – Ascoli Satriano Avviso Bando 2021

Il 14 dicembre 2021 il Dipartimento per le Politiche giovanili e il Servizio Civile Universale hanno emanato un Bando volontari per la selezione di 56.205 giovani da impiegare in progetti di servizio civile in Italia e all’estero.

Facciamo nostro l’invito di Papa Francesco nel messaggio della pace del 1 gennaio 2022 “In ogni epoca, la pace è insieme dono dall’alto e frutto di un impegno condiviso. C’è, infatti, una “architettura” della pace, dove intervengono le diverse istituzioni della società, e c’è un “artigianato” della pace che coinvolge ognuno di noi in prima persona.”

Il servizio civile universale diventa un’opportunità per essere nel nostro territorio artigiani della pace, costruttori corresponsabili di una società in cui il più fragile e povero possa sentirsi accolto”.

La nostra Caritas Diocesana vede finanziati 2 progetti in Italia, per un totale di 27 posti. I progetti hanno una durata di 12 mesi.

I due progetti sono:

Avanti il prossimo-Caritas Cerignola, che prevede l’impiego di 12 volontari (3 per ogni sede), da impiegare nelle seguenti sedi:

Casa della Carità, piano san Rocco, snc – Cerignola;

Parrocchia sant’Antonio, via Cola di Rienzo, 2 – Cerignola,

Parrocchia SS. Crocifisso, via Emilia Romagna, snc – Orta Nova,

Parrocchia San Giuseppe, Piazza Padre Pio, snc – Carapelle;

 

Cerignola contro la povertà educativa, Che prevede l’impiego di 15 volontari (3 per ogni sede) da impiegare nelle seguenti sedi:

Centro educativo Diorama, via V Addolorata, 79 – Cerignola;

Parrocchia San Domenico, piano San Rocco, snc – Cerignola,

Parrocchia san Francesco d’Assisi/Sostegno scolastico, via sant’Agostino, 12 – Cerignola,

Parrocchia san Leonardo Abate, via Stella, 1 – Cerignola,

Parrocchia Buon Consiglio, viale di Ponente, 67 – Cerignola.

La scadenza per le domande da parte dei giovani è fissata al 26 gennaio 2022 alle ore 14.00. Tutte le informazioni tecniche sul Bando sono disponibili sul sito del Servizio Civile, www.politichegiovanili.gov.it.

Gli aspiranti operatori volontari devono presentare la domanda di partecipazione esclusivamente attraverso la piattaforma Domanda on Line (DOL) raggiungibile tramite PC, tablet e smartphone all’indirizzo https://domandaonline.serviziocivile.it.

Per accedere ai servizi di compilazione e presentazione domanda sulla piattaforma DOL occorre essere riconosciuto dal sistema.

I cittadini italiani residenti in Italia o all’estero possono accedervi esclusivamente con SPID, il Sistema Pubblico di Identità Digitale. Sul sito dell’Agenzia per l’Italia Digitale www.agid.gov.it/it/piattaforme/spid sono disponibili tutte le informazioni su cosa è SPID, quali servizi offre e come si richiede.

Per la Domanda On-Line di Servizio civile occorrono credenziali SPID di livello di sicurezza 2. I cittadini di Paesi appartenenti all’Unione europea e gli stranieri regolarmente soggiornanti in Italia, se non avessero la disponibilità di acquisire lo SPID, potranno accedere ai servizi della piattaforma DOL attraverso apposite credenziali da richiedere al Dipartimento, secondo una procedura disponibile sulla home page della piattaforma stessa.

I cittadini extra comunitari regolarmente soggiornanti in Italia al momento della presentazione della domanda On-Line devono obbligatoriamente allegare, oltre ad un documento di identità valido, anche il permesso di soggiorno in corso di validità o la richiesta di rilascio/rinnovo dello stesso.

Si può presentare una sola domanda per una sola sede.

 

Possono presentare domanda di Servizio civile i giovani che, fermo restando il possesso dei requisiti di cui agli articoli 2 e 3 del bando:

– nel corso del 2020/2021, a causa degli effetti delle situazioni di rischio legate all’emergenza epidemiologica da Covid-19 e/o legate alla sicurezza di alcuni Paesi esteri di destinazione, abbiano interrotto il servizio volontariamente o perché il progetto in cui erano impegnati è stato definitivamente interrotto dall’ente;

– abbiano interrotto il Servizio civile a conclusione di un procedimento sanzionatorio a carico dell’ente che ha causato la revoca del progetto, oppure a causa di chiusura del progetto o della sede di attuazione su richiesta motivata dell’ente, a condizione che, in tutti i casi, il periodo del servizio prestato non sia stato superiore a sei mesi;

– abbiano interrotto il Servizio civile nazionale o universale a causa del superamento dei giorni di malattia previsti, a condizione che il periodo del servizio prestato non sia stato superiore a sei mesi;

– abbiano già prestato servizio in passato in un progetto finanziato dal PON-IOG “Garanzia Giovani” ed intendano presentare la propria candidatura per gli altri progetti di servizio civile universale e servizio civile digitale;

– abbiano già prestato servizio in un progetto di servizio civile nazionale ed universale ed intendano presentare la propria candidatura per un progetto finanziato dal PON-IOG “Garanzia Giovani” e Bando servizio civile digitale;

– abbiano già svolto il Servizio civile nell’ambito del progetto sperimentale europeo International Volunteering Opportunities for All e nell’ambito dei progetti per i Corpi civili di pace;

– abbiano già svolto il “servizio civile regionale” ossia un servizio istituito con una legge regionale o di una provincia autonoma;

– nel corso del 2021 siano stati avviati in servizio per la partecipazione ad un progetto finanziato dal PON-IOG “Garanzia Giovani” e successivamente, a seguito di verificheeffettuate dal Dipartimento, esclusi per mancanza del possesso dei requisiti aggiuntivi di cui all’articolo 3;

Possono inoltre presentare domanda di Servizio le operatrici volontarie ammesse al Servizio civile in occasione di precedenti selezioni e successivamente poste in astensione per gravidanza e maternità, che non hanno completato i sei mesi di servizio, al netto del periodo di astensione, purché in possesso dei requisiti di cui ai precedenti articoli.

 

Non possono presentare domanda i giovani che:

– appartengano ai corpi militari e alle forze di polizia;

– abbiano interrotto un progetto di servizio civile nazionale, universale o finanziato dal PON-IOG “Garanzia Giovani” prima della scadenza prevista ed intendano nuovamente candidarsi a tali tipologie di progetti;

– intrattengano, all’atto della pubblicazione del presente bando, con l’ente titolare del progetto rapporti di lavoro/di collaborazione retribuita a qualunque titolo, oppure abbiano avuto tali rapporti di durata superiore a tre mesi nei 12 mesi precedenti la data di pubblicazione del bando; in tali fattispecie sono ricompresi anche gli stage retribuiti.

 

Per ulteriori informazioni e contatti è possibile:

– consultare il sito della diocesi: www.www.diocesicerignola.it

– consultare i siti istituzionali: www.caritas.it

www.politichegiovanili.gov.it

www.scelgoilserviziocivile.gov.it

–   al seguente indirizzo email: caritas.cerignola@gmail.com

 

Si allega:

Bando

Schede tecniche dei due progetti

 

Il direttore della Caritas diocesana

don Pasquale Cotugno

L’incontro del vescovo Luigi Renna con i Sindaci e le Autorità civili e militari della diocesi; a Stornara, il 15 gennaio 2022, la Giornata diocesana della Pace

È diventato tradizionale l’appuntamento che, nei giorni  precedenti il Santo Natale e il Nuovo Anno, permette al vescovo Luigi Renna  di incontrare i Sindaci e le Autorità civili e militari dei nove paesi (Cerignola, Ascoli Satriano, Orta Nova, Stornara, Stornarella, Ordona, Carapelle, Candela, Rocchetta Sant’Antonio) compresi nel territorio diocesano. Un’occasione preziosa e attesa che non costituisce soltanto un momento propizio per lo scambio degli auguri, ma che rappresenta un’opportunità “per condividere con voi – ha affermato il Vescovo – speranze, attese, impegni, tutti doni che queste due ricorrenze ci portano”.

Nel pomeriggio di martedì, 21 dicembre 2021, nel salone dell’Episcopio, è stato mons. Renna a ricordare che “Il Natale è memoria di una nascita che ha segnato la storia, quella di Gesù Cristo avvenuta più di duemila anni fa, che continua a far parlare di sé e riempie di luce ogni tempo, soprattutto quelli più bui e critici come quello che stiamo vivendo. L’inizio di un Nuovo Anno, poi, è sempre foriero di speranza che, nella vostra agenda di ‘uomini e donne del bene comune’ – come mi piace chiamarvi – diventa non un vago sentimento ma un impegno perché fare politica altro non è che organizzare la speranza”.

Nasce da tale interpretazione delle festività ormai imminenti il messaggio rivolto ai presenti, coinvolti in una riflessione che individua nel servizio alla comunità il valore autentico della politica: “La politica la fa ogni cittadino con il suo voto, attraverso lo stupendo sistema della democrazia; lo fa l’amministratore, che è chiamato ad interpretare i bisogni più urgenti nel dare risposte alla gente che gli ha dato fiducia; la politica, nel senso di edificazione della città, la fate voi, uomini e donne delle Forze dell’Ordine, che assicurate che ci sia sicurezza e legalità anche nelle situazioni estreme. ‘Grazie!’ a tutti, soprattutto per le volte in cui il lavoro è più difficile, in cui siete avversati e incompresi”.

Alla scuola del magistero di papa Francesco, il Vescovo ha invitato i presenti a riflettere su “tre parole”. Carità: “di carità vi occupate anche voi, cari Amministratori, non solo quando preparate un pacco dono ai poveri, ma quando fate in modo che, con i vostri progetti, con il vostro sguardo, non ci siano più povertà o fasce di emarginazione; anzi, quando lavorate con tanta lungimiranza da far uscire la nostra Capitanata dalla palude dei mali endemici che la affliggono”. Periferia: “Ci sono le periferie urbane e ci sono le periferie esistenziali; ci sono quelle che mancano di alcuni servizi e quelle prive del minimo che assicura dignità. (…) Cogliere l’urgenza del momento – ha continuato mons. Renna – significa mettere accanto al nostro presepe quei due bambini morti carbonizzati nel rogo del ghetto di Stornara e dire che interpellano la politica, che non può organizzare la vita della polis senza includere le periferie”. A questo proposito, il Vescovo ha sottolineato che “la Giornata diocesana della Pace la vivremo a Stornara, il 15 gennaio p.v., nella chiesa parrocchiale, per continuare ad accendere i riflettori su problematiche da studiare per avviare processi di trasformazione”.

L’ultima parola consegnata dal Vescovo è “fraternità”, accompagnata “da un piccolo dono: l’enciclica Fratelli tutti di papa Francesco. (…). Diffidate di quella economia che non rispetta le regole e la legalità: non crea benessere per le città, non le fa crescere”. In questo modo, ha continuato il Vescovo, “assicurerete lo sviluppo delle nostre città e del nostro territorio se seguirete la logica della migliore politica, fatta, in questo momento, di una progettualità che sa vigilare sulle scorciatoie nelle quali si infiltra la malavita e che tende  a creare un mondo inclusivo”.

A servizio della carità, delle periferie, della fraternità – è stata la conclusione – ogni impegno “non ci risulterà gravoso perché abbiamo fede in Dio e perché vogliamo camminare insieme!”.

 

Il vescovo Luigi Renna visita l’Ospedale “Tatarella” di Cerignola: “un’esperienza che ci fa capire che il bene a questo mondo c’è”

È stata una mattinata densa, quella di oggi, martedì, 21 dicembre 2021, per Sua Ecc. Mons. Luigi Renna, vescovo della diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano, trascorsa fra i reparti dell’Ospedale “Giuseppe Tararella” di Cerignola. Alle ore 11, il pastore della Chiesa locale ha incontrato i membri della Direzione Sanitaria e, in filodiffusione, dalla cappella dell’Ospedale, ha recitato la preghiera, porgendo a tutti il suo saluto e il suo messaggio: “Auguro a ciascuno di voi – ha affermato il Vescovo rivolgendosi ai degenti – di tornare a casa per festeggiare il Natale con i vostri cari; se non sarà possibile per motivi di salute, sono sicuro che qui troverete non solo le cure necessarie, ma tanto affetto da parte di chi, con la sua presenza e la sua umanità, curerà non solo le nostre malattie, ma anche le nostre sofferenze spirituali”.

Ruota intorno al concetto del “prendersi cura” – sull’esempio di Maria che “ha dato alla luce un fragile Bambino, lo ha avvolto in fasce e lo ha deposto in una mangiatoia”, e di Gesù, che “ha avuto queste cure ed un domani sarà Egli stesso a prendersi cura dei malati di ogni genere che incontrerà” – il messaggio di mons. Renna, per il quale “ciò che ci fa stare meglio” in una situazione di ricovero è “ricevere un’attenzione, uno sguardo, una telefonata interessata al nostro stato di salute; e poi avere le cure qualificate di questo stupendo mondo che è l’ospedale: è una esperienza che ci fa capire che il bene a questo mondo c’è”.

Non sono mancate la preghiera e la benedizione nell’incontro che il Vescovo ha avuto nei diversi reparti del nosocomio locale: “Un pensiero va alle care mamme dei reparti ‘Ostetricia’ e ‘Maternità’, a quelle che stanno accanto ai loro bambini in ‘Pediatria’: siete come la Vergine Santa che è grata a Dio per quella creaturina che ha in grembo o stringe già tra le braccia, o che vorrebbe dare la propria vita invece di vedere la sofferenza del suo bambino. La Vergine Maria vi dia la forza di amare teneramente e di sperare sempre, come ha fatto Lei”.

La riflessione ha coinvolto anche i “cari medici, infermieri, personale sanitario e amministrativo”, destinatari di un dopo speciale: “la lettera agli operatori sanitari di mons. Mario Delpini, arcivescovo di Milano”, intitolata “Dovrebbero farle un monumento”, uno “scritto carico di riconoscenza per quello che siete e che fate. A volte – ha sottolineato il Vescovo – soprattutto chi è in Pronto Soccorso, subisce qualche aggressione perché si trova davanti al dolore e alla paura che possono far divenire scomposti e arroganti. Pazienza! Avete tutta la nostra solidarietà e sappiamo che un medico o un infermiere, anche se offesi, non rinunciano alla loro etica professionale, fatta di cura e rispetto anche verso chi manca di delicatezza”.

Né è mancato il riferimento all’impegno profuso dalla realtà sanitaria, nelle sue diverse espressioni, per contrastare la diffusione della pandemia, che ha coinvolto mons. Renna nei suoi affetti più cari: “Molti di voi in quest’anno si sono presi cura dei malati di Covid-19: so bene quanto avete dovuto soffrire con le famiglie che hanno perso improvvisamente i loro cari. Anche la mia mamma si è spenta in questo ospedale. Permette, perciò, che vi porti riconoscenza, con tutta la gente che è passata da questo luogo per tutto il 2021. Lo faccio con le parole di quella lettera che vi consegnerò passando nei reparti: ‘Voi tutti siete la risposta pronta alla chiamata. Siete la parola rassicurante quando si è preoccupati. Siete il sorriso amico che nessun manuale può prescrivere, quando ci si sente scoraggiati. Siete la battuta pronta, quando c’è il clima adatto. Siete il rimprovero fermo, quando ce n’è bisogno’”.

Profonda solidarietà e appello all’integrazione – Il messaggio del vescovo Luigi Renna per la tragedia di Stornara

Ieri, mentre visitavo l’Istituto Comprensivo “Aldo Moro” di Stornarella, in mezzo ai canti, alla gioia e alle riflessioni di bambini e ragazzi, mi è giunta la notizia del rogo nella baraccopoli di Stornara, che ha tolto la vita a due bambini di due e quattro anni. Che sofferenza per quei genitori e per quella comunità, alla quale ci sentiamo vicini e con la quale vorremmo dialogare di più! Che shock per tutti noi, che ci sentiamo strappati al calore delle nostre case, alla bellezza dei nostri presepi e allo scintillio degli alberi di Natale dalla dura realtà di capanne più misere di quelle in cui è nato il Signore, e che ospitano famiglie e bambini invisibili, che sono dietro le nostre case, occultate dietro le nostre strade statali e provinciali!

Non possiamo girare la testa dall’altra parte e ci chiediamo quanta inclusione, oltre la prima accoglienza, ci sia nella nostra terra; quanta progettualità nella politica a tutti i livelli; quanta audacia nella Chiesa per superare le barriere impenetrabili dei ghetti così numerosi nella Capitanata. “Troppe volte – ha ricordato di recente papa Francesco rivolgendosi ai rom – siete stati oggetto di preconcetti e di giudizi impietosi, di stereotipi discriminatori, di parole e gesti diffamatori. Con ciò tutti siamo divenuti più poveri, poveri di umanità. Quello che ci serve per recuperare dignità è passare dai pregiudizi al dialogo, dalle chiusure all’integrazione”.

Nei progetti tanto attesi del Pnrr quanto spazio avrà la condizione di questi invisibili? Quando la soluzione, tante volte annunciata ma mai realizzata, di costruire abitazioni, che vada al di là dell’abbattimento con ruspe di quelle misere abitazioni? Quei bambini, che non dovevano essere in un posto così poco dignitoso per loro e per nessuno – ed uno di essi doveva essere alla scuola dell’infanzia – dicono la nostra inadeguatezza a pensare un mondo migliore, a una inclusione con persone con cui occorre costruire pazientemente un dialogo.

Che lo sguardo di fede sulla culla di Betlemme non ci faccia dimenticare i due corpicini trovati morti nel rogo; che il volto di Maria nei nostri presepi ci ricordi le lacrime della loro mamma, e che finalmente i progetti diventino scelte e azioni concrete perché l’inclusione e la soluzione di nuclei abitativi degni dell’umanità siano il primo “ordine del giorno” della nostra Regione Puglia, della Prefettura di Foggia, dei nostri Comuni. So di parlare a cuori sensibili ed intelligenti. Noi cercheremo di fare la nostra parte con la grande forza di volontari che possono trovare soluzioni o dare aiuti. Ma un Paese civile, con una Costituzione così lungimirante, non risolve i problemi sociali soltanto con la carità…

Cerignola, dalla Sede Episcopale, 18 dicembre 2021.

 

 

     † Luigi Renna

Vescovo di Cerignola-Ascoli Satriano

Ordinazione diaconale di Giuseppe Pio Di Donato

Lunedì 27 dicembre 2021, nella festa di San Giovanni apostolo ed evangelista, il vescovo Luigi Renna ordinerà diacono l’accolito Giuseppe Pio Di Donato. La celebrazione eucaristica, che avrà luogo nella Basilica Cattedrale “San Pietro apostolo” in Cerignola, avrà inizio alle ore 19.00.

Nato a Cerignola nel 1996, Giuseppe Pio, della comunità parrocchiale “San Domenico”, ha frequentato il liceo Classico “Nicola Zingarelli”. Dopo gli studi filosofici e teologici nel Pontificio Seminario Regionale “Pio XI” in Molfetta, Giuseppe è stato affidato, per completare il suo cammino di formazione pastorale, alla parrocchia “Santa Maria della Stella” in Stornarella. Si prepara a consacrare la sua vita nel ministero ecclesiale, ricevendo l’ordine sacro del diaconato, in vista della ordinazione presbiterale.

“Vi invito – è l’esortazione del vescovo Renna – ad unirvi alla gioia dell’intera Chiesa diocesana, innalzando a Dio la preghiera perché ci siano numerosi e santi operai per la sua vigna”.