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Quaresima 2022: il calendario delle “stationes” in diocesi

Presiedute dall’amministratore apostolico, Sua Ecc. Mons. Francesco Cacucci, e concelebrate dai presbiteri, anche quest’anno si svolgeranno, nella Diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano, le “stationes” quaresimali, appuntamenti che avviano, a livello vicariale, le celebrazioni che accompagnano verso il Triduo Santo.

Venerdì, 4 marzo 2022, alle ore 19, nella chiesa parrocchiale di San Francesco d’Assisi a Cerignola, confluiranno le comunità delle chiese del centro cittadino; venerdì prossimo, 11 marzo 2022, nella chiesa parrocchiale di Santa Barbara Vergine e Martire, alle ore 19, si incontreranno i fedeli delle chiese periferiche della città.

Appuntamento il 18 marzo 2022, alle ore 18,30, nella chiesa parrocchiale della Beata Vergine Maria Addolorata per le parrocchie legate al territorio dei cinque Reali Siti: con Orta Nova, i centri di Stornara, Stornarella, Carapelle e Ordona.

Ad Ascoli Satriano la “statio” si svolgerà il 1° aprile 2022, nella chiesa parrocchiale della Natività della Beata Vergine Maria (concattedrale), a partire dalle ore 19, con il coinvolgimento delle comunità di Candela e Rocchetta Sant’Antonio.

Nel pieno rispetto delle norme anti Covid-19, la partecipazione prevede la presenza dei consigli pastorali parrocchiali, delle associazioni laicali e dei sodalizi confraternali con un numero massimo di cinque membri.

“Tutti uniti contro la guerra” – La Diocesi e la Città di Cerignola per la pace: la manifestazione si terrà martedì, 1° marzo, in piazza Matteotti, alle ore 19:30

Si svolgerà martedì, 1° marzo 2022, in piazza Matteotti, a Cerignola, dinanzi al Teatro “Mercadante”, con inizio alle ore 19,30, la Manifestazione per la Pace, occasione propizia per esprimere la propria solidarietà nei confronti del popolo ucraino. L’iniziativa, organizzata dalla Diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano e dal Comune di Cerignola, costituirà un importante momento di riflessione su alcune affermazioni di papa Francesco, secondo il quale “In ogni conflitto la gente è la vera vittima, che paga sulla propria pelle la follia della guerra”.

Con la presenza dell’amministratore apostolico della diocesi, Sua Ecc. Rev.ma Mons. Francesco Cacucci, e del sindaco della città, on. Francesco Bonito, la partecipazione di ogni cittadino, delle scuole di ogni ordine e grado, delle associazioni e delle diverse realtà presenti sul territorio, potrà esprimere la volontà di ciascuno di opporsi alla logica perversa della violenza.

“Auspichiamo – afferma don Pasquale Cotugno, direttore della Caritas diocesana – la risoluzione del conflitto contro il popolo ucraino, utilizzando metodi e strumenti nonviolenti che abbandonino la logica dell’immediato ricorso alle armi”.

“La nostra città – commenta il Sindaco di Cerignola Francesco Bonito – ribadisce contrarietà ad ogni guerra e ad ogni forma di oppressione. L’incontro di domani servirà a sottolineare, ancora una volta, su quali basi vogliamo che la nostra comunità cammini: ripudiamo la guerra e per questo invito la cittadinanza a partecipare numerosa”.

Nomina dell’Amministratore Apostolico di Cerignola-Ascoli Satriano

Il giorno 11 febbraio 2022, papa Francesco ha nominato Amministratore Apostolico della Diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano Sua Ecc. Mons. Francesco Cacucci, Arcivescovo emerito di Bari-Bitonto. Ne ha dato l’annuncio Sua Ecc. Mons. Luigi Renna, eletto Arcivescovo di Catania e Amministratore diocesano di Cerignola-Ascoli Satriano, al termine del ritiro del clero presso la Parrocchia dello Spirito Santo in Cerignola. “Mons. Cacucci inizierà il suo ministero tra noi – ha comunicato Mons. Renna – a partire dal 19 febbraio p.v.”, data del suo ingresso nell’Arcidiocesi etnea.

“Siamo grati a papa Francesco per la scelta di mons. Cacucci – ha affermato Mons. Renna – perché conosciamo tutti la sua saggezza, la sua esperienza pastorale, la sua paternità, doti tutte che gli permetteranno di accompagnare come pastore buono la Chiesa diocesana fino all’arrivo del nuovo Vescovo. Siamo grati a Mons. Cacucci per aver accettato questo incarico: la sua generosità sarà certamente premiata dalla speciale assistenza dello Spirito Santo e dalla risposta affettuosa e obbediente di tutto il popolo di Dio, soprattutto nell’impegno del cammino sinodale che caratterizza questo tempo della vita ecclesiale. Preghiamo fin d’ora per mons. Cacucci e accogliamolo nei nostri cuori”.

Invito a pregare per la pace

Carissimi fratelli, papa Francesco ieri, 23 gennaio, preoccupato per i ” venti di guerra” che agitano l’Ucraina, all’Angelus ha invitato a pregare per la pace il giorno 26 gennaio p.v. Pertanto vi chiedo di accogliere questo invito in tutte le chiese della nostra Diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano: si celebri possibilmente la Messa con questa intenzione, e in ogni parrocchia e cappella di istituto religioso si chieda l’intercessione della Beata Vergine Maria con il santo Rosario e la supplica alla Madonna di Pompei.
Un caro saluto a tutti,

+ Luigi, amministratore diocesano

La celebrazione in diocesi della 55a Giornata Mondiale per la Pace: “Dalla Tragedia alla Speranza”

Si terrà sabato, 15 gennaio 2022, nella chiesa parrocchiale di San Rocco a Stornara, con inizio alle ore 18, la celebrazione della 55a Giornata Mondiale per la Pace sul tema “Dalla Tragedia alla Speranza”, organizzata dalla Diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano con la Caritas Diocesana, l’Ufficio di Pastorale Sociale e del Lavoro, Pace, Giustizia e Salvaguardia del Creato, il Servizio Civile Universale.

L’evento sarà celebrato a Stornara, territorio ferito dalla tragedia della morte dei due bambini di nazionalità bulgara abitanti nel campo rom situato nei pressi della cittadina. Afferma papa Francesco nel Messaggio per la Giornata: “Come ai tempi degli antichi profeti, anche oggi ‘il grido dei poveri e della terra non cessa di levarsi per implorare giustizia e pace”. Questo grido deve scuotere le nostre coscienze per rinnovare un impegno concreto, da parte di ogni istituzione, nel trovare soluzioni in cui proprio i più fragili e vulnerabili possano essere tutelati e difesi. Celebrare la Giornata per la Pace significa schierarsi dalla parte dei poveri, difendendoli anche dalla violenza della povertà e dell’indifferenza.

Sottolineando l’esistenza di una “architettura” della pace, dove intervengono le diverse istituzioni della società, e  un “artigianato” della pace che coinvolge ognuno di noi in prima persona, il Santo Padre ricorda che “Tutti possono collaborare a edificare un mondo più pacifico: a partire dal proprio cuore e dalle relazioni in famiglia, nella società e con l’ambiente, fino ai rapporti fra i popoli e fra gli Stati”. Papa Francesco indica, altresì, tre vie per la costruzione di una Pace duratura: “Anzitutto, ‘il dialogo tra le generazioni’, quale base per la realizzazione di progetti condivisi. In secondo luogo, ‘l’educazione’, come fattore di libertà, responsabilità e sviluppo. Infine, ‘il lavoro’ per una piena realizzazione della dignità umana. Si tratta di tre elementi imprescindibili per ‘dare vita ad un patto sociale’, senza il quale ogni progetto di pace si rivela inconsistente”.

Dopo un video sul tema della Giornata preparato dal Servizio Civile Universale Diocesano, seguirà un dibattito dal titolo “Quali strumenti per edificare una pace duratura?” con  la presenza di don Luigi Ciotti, presidente di “Libera”, e del giornalista Toni Mira. Concluderà l’incontro la Preghiera Ecumenica presieduta da Sua Ecc. Mons. Luigi Renna, Vescovo Eletto di Catania, Rosario Confessore, Pastore Valdese, e Padre Marian Micu, Parroco Ortodosso.

Nel rispetto delle normative  anti-Covid 19, l’ingresso sarà consentito, fino ad esaurimento posti, a quanti saranno in possesso del Green Pass e della mascherina FFP2.

Annuncio della nomina ad Arcivescovo di Catania di S.E. Mons. Luigi Renna

Annuncio della nomina ad Arcivescovo di Catania di S.E. Mons. Luigi Renna

Salone “Giovanni Paolo II” della Curia Vescovile di Cerignola

8 gennaio 2022 – Ore 12

 

Carissimi,

voglio iniziare anche quest’oggi dalla Parola di Dio, dal brano di Isaia che ci è stato donato nell’Ufficio delle Letture di oggi 8 gennaio, perché è pur sempre vero che “il primo gesto” della Chiesa in uscita è l’ascolto.

 

Isaia 62

[1] Per amore di Sion non tacerò,

per amore di Gerusalemme non mi darò pace,

finché non sorga come stella la sua giustizia

e la sua salvezza non risplenda come lampada.

 

Sono le parole del profeta che sente che la sua esistenza è tutta per Gerusalemme: la sua voce, le sue energie, il suo tempo, che si spinge fino ad una meta che sembra impossibile, quella in cui risplenderà la giustizia in una città in cui ci sono stati disastri e versamento di sangue. È il desiderio di ogni pastore e di ogni uomo e donna che si sentono corresponsabili di quella nuova Gerusalemme che è la Chiesa.

[2] Allora i popoli vedranno la tua giustizia,

tutti i re la tua gloria;

ti si chiamerà con un nome nuovo

che la bocca del Signore indicherà.


[3] Sarai una magnifica corona nella mano del Signore,

un diadema regale nella palma del tuo Dio.


[4] Nessuno ti chiamerà più Abbandonata,

né la tua terra sarà più detta Devastata,

ma tu sarai chiamata Mio compiacimento

e la tua terra, Sposata,

perché il Signore si compiacerà di te

e la tua terra avrà uno sposo.

 

Qui il profeta riconosce che anche Gerusalemme, la città devastata, i cui abitanti sono stati umiliati e deportati, quella in cui sono rimasti i più poveri a guardia delle vigne e degli oliveti, è una città amata da Dio, sposata da Lui, nonostante la sua pochezza. Questo brano ci insegna ad amare la Chiesa: lo insegna ad ogni battezzato, ad ogni pastore, che non è lo sposo della Chiesa, che rimane pur sempre Cristo, ma l’amico dello Sposo, che gioisce alla Sua voce e conduce la Sposa dal Suo Amato.


[5] Sì, come un giovane sposa una vergine,

così ti sposerà il tuo architetto;

come gioisce lo sposo per la sposa,

così il tuo Dio gioirà per te.

 

Davanti a questo mistero dell’amore nuziale della Chiesa, oggi l’amico dello Sposo che è il Vescovo vi annuncia che, nell’obbedienza e nella comunione di tutte le Chiese presiedute dal Vescovo di Roma, papa Francesco, è stato chiamato ad essere pastore della Chiesa che è in Catania. In questi giorni di festa, mentre vivevo ogni celebrazione e ogni incontro con voi, pensavo a questo momento, a come sarebbe stato segnato dalla sofferenza del distacco.

In questi anni ho cercato di voler bene a tutti e di essere il pastore di tutti, in quello stile che attinge al Concilio Vaticano II, al quale sono stato formato da un grande maestro, mons. Agostino Superbo, che ieri mi ha incoraggiato, chiamandomi dalla Casa di riposo dove, con il suo esempio e la sua preghiera, continua ad essere il maestro di tutti noi che ci siamo formati alla sua scuola. A questo stile sono stato iniziato da tanti maestri che a Molfetta, ad Andria, in questa cara Regione, sono stati docenti, padri e fratelli. Lo stile del Vaticano II: che crede, anzitutto, che la liturgia è fonte e culmine; che nella Parola Dio si rivolge a noi come ad amici; che la Chiesa è popolo di Dio; che il rapporto Chiesa-mondo è improntato a condivisione piuttosto che a fuga dalla realtà o commistione con i poteri; che l’ecumenismo è via in cui credere e da perseguire con amore e pazienza; che la formazione del clero deve tendere all’unità tra ministero e vita; che i laici hanno la dignità di chi edifica la Chiesa “crismando” le realtà temporali; che la dignità dell’uomo è gloria di Dio; che i poveri sono la nostra opzione preferenziale; che il compito di educare è nel Dna della Chiesa che è Madre; che la comunicazione sociale è una forma di evangelizzazione.

Ringrazio papa Francesco per la fiducia che ha avuto nell’affidarmi un carico così grande: mi fido del suo discernimento! Lo ringrazio anche perché ci spinge sempre a seguire la via stretta ma sicura del Vangelo, in scelte piccole e grandi.

Mi sento come Abramo, ho scritto nel primo saluto alla nuova Diocesi: “Non sono mai stato a Catania, e mi sento come Abramo che lascia la sua terra per andare verso un luogo totalmente inesplorato – tranne che per le tante letture degli scrittori siciliani che mi hanno affascinato fin dagli anni del liceo – nel quale il Signore lo precede e gli prepara il cammino con un popolo di fratelli e sorelle. Alcuni giorni fa commentavo alcuni testi della Genesi (12,7-9; 13,18) per la celebrazione del matrimonio di due cari amici che sono convolati a nozze in età matura, e notavo che Abramo dovunque andasse piantava una tenda e costruiva un altare. ‘Costruire una tenda’, cioè abitare con i fratelli, accolti sotto quegli spaziosi teli dei nomadi, che lì hanno tutta la loro vita ospitale; e ‘piantare altari’ a gloria di Dio, sapendo che ogni luogo che è sotto il cielo è sotto lo sguardo del Padre, proprio come mi insegnava mia mamma nella prima preghiera che mi ha insegnato: ‘Dov’è Dio? In cielo, in terra e in ogni luogo’. Tende e altari disseminano la vita di un credente, forse di ogni uomo, certamente di un presbitero e di un vescovo: le mie radici nel mio caro paese natale, Minervino Murge; gli anni di formazione e di ministero in Seminario e in tanti ambiti pastorali nella mia cara Andria; la ‘tenda’ del Seminario Regionale di Molfetta, che è vasta come la Puglia; i sei anni della Chiesa di Cerignola-Ascoli Satriano, impegnativi e stupendi; le Chiese sorelle di Puglia con i miei cari Confratelli Vescovi. Quanti volti, quante storie, quante situazioni che mi hanno visto più discepolo che maestro! In ciascuno di questi luoghi ho piantato la tenda, l’ho poi levata, ma è rimasto ‘l’altare’ della gratitudine al Signore e i legami della fraternità”.

Quando sono stato chiamato per andare a Catania ho detto subito di “Sì”, come ho sempre fatto e come bisogna sempre fare anche davanti all’ignoto e alle cose difficili: “Dove c’è obbedienza, c’è grazia”, dice l’Imitazione di Cristo; “nulla chiedere e nulla rifiutare”, afferma San Francesco di Sales, il santo del giorno del mio battesimo; e San Tommaso d’Aquino, nella Summa si chiede se è bene accettare un incarico così gravoso e lui, che era teologo e non pastore, si affida all’esperienza di sant’Agostino, citandolo: “Se la santa Madre Chiesa esige una vostra cooperazione, non dovete né accogliere la richiesta con avidità orgogliosa, né respingerla con pigrizia. Non anteponete la vostra tranquillità alle necessità della Chiesa” (Ad Eudossio, Epistola 48).

Mi sono chiesto se questa accettazione può provocare sofferenza e smarrimento, e mi sono detto che questo è possibile, ma non al punto tale da sentirsi indispensabili nella Chiesa di Cerignola-Ascoli Satriano. Ciò che è importante è continuare in un processo che non è iniziato con me, ma da quando la Chiesa esiste. Ogni tempo ha un suo specifico e questo è il tempo in cui sentiamo quanto sia necessario un rinnovamento ecclesiale, che è soprattutto spirituale, cioè animato dallo Spirito Santo, che è un compositore di sinfonie.

Ci sono due compiti che attendono questa Chiesa: il procedere del cammino sinodale, che è solo agli inizi, e il rinnovamento della Catechesi dell’Iniziazione cristiana. Voi che avete avuto il mandato specifico in questi ambiti continuate perché non ho cercato mai di attuare delle mie “fisse”, ma quelle della Chiesa. Il mio vescovo della giovinezza, mons. Raffaele Calabro, mi ha insegnato che i piani pastorali di una Chiesa diocesana, quando vanno in sintonia con quelli delle Chiese che sono in Italia, la liberano dai particolarismi, dalle chiusure, dall’angustia di vedute.

Avremo tempo per salutarci e in questi giorni vi farò sapere quando farò il mio ingresso a Catania e il mio saluto alla Diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano. In questo tempo in cui rimarrò qui, come Amministratore, tutto procederà come sempre, con impegno e carità: i momenti di transizione sono i più delicati. Perciò vi raccomando corresponsabilità e rispetto tra di voi: rifuggite dal chiacchiericcio, dalla malignità dei giudizi, dallo stile che non si addice a coloro che si chiamano fratelli e sorelle. Pensate che è importante camminare come Chiesa, non avanzare come singoli: abbiate l’ambizione non di arrivare primi, ma lontano, in Paradiso. E non tutte le strade portano al Paradiso!

Avrò il tempo di ringraziare ciascuno di voi, soprattutto chi collaborando con me ha dovuto soffrire di più. Lunedì nominerò il Delegato ad omnia nella persona del Vicario generale, mons. Antonio Mottola, ma ognuno di voi si senta corresponsabile del cammino della vita ecclesiale e, soprattutto, della testimonianza che la Chiesa di Cerignola-Ascoli Satriano dà al mondo: ricordatevi che il mondo ha bisogno della nostra credibilità. Fin d’ora vi chiedo perdono per quello che può essere stato per voi motivo di sofferenza. Non serbo rancore nei confronti di nessuno, anche per i momenti difficili che ho vissuto io e la mia famiglia. I nostri legami rimangono e vi aspetto nella Diocesi etnea, tutti e quando volete. Se non vi telefonerò con curiosità sulle questioni della Diocesi, è perché ritengo che questo non sia lo stile di una persona matura. Prego fin d’ora per il futuro Pastore di questa Chiesa, perché sia un vescovo che incarni la carità pastorale che il Concilio Vaticano II ci ha indicato e che ha preso forma in vescovi santi come don Tonino Bello.

Vi voglio e vi vorrò sempre bene,

 

† Luigi Renna

Vescovo eletto di Catania

Amministratore Apostolico di Cerignola-Ascoli Satriano